Ministero della Salute: USB chiede il rientro in servizio dei 16 Tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro

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A quasi due mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro dei 16 Tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro (TPALL) non è del tutto chiara la posizione dell’Amministrazione nell’impegno ad assumere iniziative utili per il rientro negli organici dell’ex personale precario già in servizio fino al 31 dicembre 2023 presso le sedi periferiche del Ministero della Salute.

Nonostante il suddetto personale sia stato fondamentale nell’espletare ogni attività lavorativa, anche al fine di concorrere al raggiungimento degli obbiettivi istituzionali del Ministero della Salute, non si riesce ancora a comprendere perché gli uffici territoriali USMAF e PCF debbano attendere la norma (di cui al momento non c’è traccia) che consentirebbe il rientro in servizio dei 16 TPALL, peraltro già formati ed altamente qualificati, nonché oggetto di performance valutativa per l’anno 2023.

Questa organizzazione sindacale USB PI sottolinea che la legge 30 dicembre 2021, n. 234 ha previsto la stabilizzazione di tutto il personale del SSN in virtù dell’articolo 1 comma 268 lettera b), tranne per il personale del Ministero della salute, per il quale non c’è stata alcuna modifica del testo di legge che avrebbe garantito continuità lavorativa e pari opportunità, ma che invece ha, di fatto, generato una disparità di trattamento tra lavoratori della stessa categoria ed operanti per la stessa missione ovvero di tutelare la salute pubblica e la sicurezza alimentare.

Dal momento che il Decreto Milleproroghe 2024, approvato da entrambi i rami del Parlamento, avrebbe modificato, invece, l’articolo 1 comma 268 lettera a) della legge n.234/2021, e, nonostante gli adeguamenti delle norme (DDL) che si sarebbero dovuti concretizzare nelle riunioni di Governo, che si susseguono a cadenza settimanale, non resta che un disegno di legge di iniziativa popolare per colmare quel vuoto normativo, tutt’ora in essere, che il legislatore non vuole o non riesce ad ottemperare ai propri doveri di parlamentare.

Diversamente lo stesso c.d. “milleproroghe” per gli appartenenti al ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della salute, in materia di limiti massimi anagrafici per il collocamento a riposo, ha sancito che non sussiste alcuna differenziazione con la Dirigenza medica del Servizio sanitario nazionale.

Appare evidente che tale ulteriore disparità abbia innescato delle forti discriminazioni nell’ambito dello stesso Ministero della Salute nei confronti di chi avrebbe dovuto non subire interruzioni contrattuali nella fase iniziale della propria carriera lavorativa.

Per quanto sopra esposto USB PI ribadisce nuovamente la richiesta per un immediato rientro in servizio del personale, che da due mesi non percepisce lo stipendio e che grava sulle casse dello Stato senza apportare il proprio contributo lavorativo in una realtà, come quella del Ministero della Salute, tuttora numericamente deficitaria di figure competenti in questo profilo.

USB PI si riserva di adottare tutte le azioni del caso per la tutela dei lavoratori discriminati.

 

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