Sicurezza Covid-19, USB PI non firma il protocollo del Ministero della Salute

Nazionale -

USB PI non ha siglato il protocollo del Ministero della Salute per le motivazioni indicate nei precedenti comunicati sulle riunioni del 14 maggio e del 4 giugno. Anche Cgil, Cisl, Uil, Flp e Dirstat hanno annunciato di non firmare il protocollo.

 

Ripetiamo le imprescindibili condizioni non soddisfatte dal protocollo sulla sicurezza:

  • Assenza del coinvolgimento dei direttori generali della Sanità animale e della Prevenzione sanitaria, richiesti dalla USB PI e da altre oo.ss. del comparto e della dirigenza perché competenti in materia di Uvac-Pif e Usmaf-Sasn.
  • Assenza dell’individuazione, dopo tre mesi dall’inizio della pandemia, delle attività indifferibili, come se non si conoscessero o fossero già note.
  • Emanazione direttive dell’Uff. 10 Dgpre su ripresa attività ambulatori Usmaf-Sasn e personale a rapporto convenzionale infermieristico e delle professioni sanitarie, che non tiene conto assolutamente di una logica uniforme e centrale del Ministero della Salute per tutti i suoi uffici ed il suo personale di ruolo e a rapporto convenzionale infermieristico e delle professioni sanitarie, a riprova di come quest’ultimo sia discriminato e continuamente vessato. come se in questi tre mesi infermieri e medici avessero giocato a poker.
  • Assenza risorse finanziarie certe, con tempi certi, necessarie per adeguare strutturalmente alle norme sulla sicurezza gli uffici periferici abbandonati dal ministero da quaranta anni.
  • Assenza delle indicazioni di proroga dopo il 31/7/2020 e del potenziamento del lavoro agile con le attuali percentuali con relativo potenziamento delle attività da remoto, anche quelle indifferibili, come era stato annunciato.
  • Presenza delle sole attività sanzionatorie per i lavoratori.
  • Assenza totale dell’indicazione del piano e dei tempi previsti per la distribuzione dei 250 pc acquistati per il lavoro agile ai lavoratori degli uffici periferici e centrali.  
  • Assenza di indicazioni ai direttori di ufficio periferici e centrali di evitare di emanare propri protocolli contenenti libere interpretazioni.
  • Assenza totale di programmazione di come risolvere gli ammodernamenti e l’adeguamento degli stabili che nella quasi totalità non sono di proprietà del Ministero della Salute che paga affitto ai privati. Tale situazione rischia di esporre a rischi e a denunce i dirigenti degli uffici periferici.
  • Assenza di attribuzione dei buoni pasto in lavoro agile dall’inizio della pandemia.
  • Assenza di indicazioni sui test sierologici Covid-19 che nella riunione del 4 giugno era stata annunciata con il coinvolgimento del prof. Rezza, d.g della Prevenzione sanitaria, in merito all’indagine statistica della Abbott, società aggiudicatrice della vendita di quattro milioni di test sierologici sul territorio nazionale.
  • Assenza totale delle indicazioni sulle attività ambulatoriali in sicurezza degli Usmaf-Sasn e Uvac-Pif, del personale a rapporto convenzionale e dell’utenza aeronavigante. 
  • Assenza dell’indicazione dell’obbligo della fornitura dei dpi e delle barriere protettive con l'utenza negli uffici periferici, a tutela dei lavoratori e dell’utenza esterna.
  • Assenza di indicazioni del personale vigilante autorizzato alla misurazione della temperatura corporea all’ingresso degli uffici periferici e centrali al personale e all’utenza esterna. 
  • Assenza dell’obbligo per i dirigenti degli uffici periferici e centrali di convocare riunioni preventive e successive con le Rsu, le oo.ss., il Rls, il Rspp e il datore di lavoro per il controllo e la verifica dello stato dell’aggiornamento dei dvr, della costante sorveglianza sanitaria/medico competente sui "lavoratori fragili" e dell'applicazione delle prescrizioni e degli obblighi richiesti dalle oo.ss. nel protocollo sulla sicurezza Covid-19.
  • Assenza dei sopralluoghi da parte dell’ISS anche negli uffici periferici, come è avvenuto per la sola sede centrale di Roma. Perché?

Caro ministro e cari direttori generali del personale e di tutte le altre d.g., il Ministero della Salute è responsabile per la totalità dei suoi uffici, centrali e periferici, non solo di quelli centrali, al di là della responsabilità penale derivante dal d.lgs 81/08. E lo sapete perché?

 

Perché il Ministero della Salute ha un obbligo di legge, quello di assicurare il benessere psicofisico di tutti i lavoratori del ministero con lo stesso standard massimo, senza alcuna distinzione o discriminazione territoriale, come prescritto dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

 

Per questi motivi è il Ministero della Salute a livello centrale che deve programmare e provvedere affinché siano ripristinate le giuste e dignitose condizioni di salubrità degli ambienti degli stabili degli uffici periferici, che non sono certo il fiore all’occhiello del ministero.

 

Se condizioni ottimali sono riscontrabili nella sanità privata, che è controllata e sanzionata per mantenere uno standard alto di prestazioni e di rispetto delle normative sulla sicurezza nei locali e di benessere psicofisico dei lavoratori, perché questo non avviene negli uffici periferici del Ministero della Salute?

 

Ridare dignità e riconoscimento del ruolo ai lavoratori a rapporto convenzionale, gli “invisibili” del Ministero della Salute.

 

Il ministro e gli amministratori del Ministero della Salute devono pretendere la restituzione del ministero al suo ruolo originario, quello di erogare il Servizio Sanitario Nazionale pubblico, uniforme, con standard alti, sostituendolo ai sistemi sanitari regionali.

 

Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale pubblico e universale, caratteristiche che lo hanno reso un esempio nel mondo.

 

Informare e difendere i lavoratori, tutti uniti, sempre!

 

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